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A causa della mia passione per fantascienza e filosofia ho passato molto tempo a disquisire su cosa siano la coscienza, l’intelligenza, l’anima e tutta questa serie di concetti scivolosi, ghiotto terreno per il paradosso e la discussione, arrivando sempre alla conclusione (o punto di partenza?) che sono – giustappunto – dei concetti, più che delle cose, e perciò più che di cosa sono è interessante e sensato parlare di che cosa intendiamo con essi.

Mi sovviene perciò che esiste un altro concetto sulla cui esistenza ed essenza si disquisisce allo sfinimento: l’amore. Concetto molto meno figo e – direbbe qualcuno – più commerciale, ma perchè negargli un’analisi seria? Non vorremo inaugurare un razzismo dei concetti…

L’amore perciò esiste, se non altro come esiste Pegaso: è un concetto e sta nel nostro comune intendere. Non nella mia testa, nota bene, ma nel nostro pensiero condiviso. Cosa condividiamo su questo concetto? In realtà credo esistano almeno 2 accezioni dell’amore, quello unidirezionale e quello bi. Direzionale, maligni. L’amore unidirezionale è il sentimento che una persona prova verso qualcosa o qualcuno, quello bidirezionale è quella magica esperienza da romanzo rosa, quella di quando due persone si amano. La maggior parte delle disquisizioni sfinenti riguarda il secondo tipo di amore, ma vorrà ben dire qualcosa se usiamo la stessa parola per le due versioni, quindi vale la pena approfondire anche il primo.

Per amore unidirezionale intendiamo un sentimento provato da una persona verso qualcuno o qualcosa. Gli amici, il mondo, dio, la musica rock, le fragole con la panna. Più in dettaglio intendiamo una combinazione minima casuale dei seguenti fatti:

  • abbiamo un giudizio positivo tendenzialmente non razionale verso questa cosa, ad esempio la troviamo bella. Non interessante, o almeno non solo interessante. Troviamo in essa qualcosa di positivo non razionalmente spiegabile, di cui non possiamo convincere altri a suon di buone ragioni.
  • il contatto con essa ci dà sensazioni positive. Molto positive. Diremmo persino che ci rende felici. Perchè ci rende felici? Ci fa stare bene perchè la amiamo o la amiamo perchè ci fa stare bene?
  • la desideriamo

Mi sentirei perciò di individuare 3 elementi fondamentali:

  • irrazionalità nelle motivazioni
  • positività nelle sensazioni
  • mancanza (altrimenti non ci sarebbe modo di desiderarla)

Ribadisco: non dico che ci siano sempre tutti questi elementi, ma bene o male ricorrono, in diverse combinazioni. E questo è il sentimento che una persona prova, che sia verso il proprio cane o verso il cielo stellato in estate. E se dico che sono innamorato di solito intendo qualcosa di questo tipo: che la tal persona mi manca, che sto bene se c’è e che in fondo non c’è un buon motivo razionale per tutto questo.

E ora passiamo al grande assente: l’amore bidirezionale, quello di quando si trova l’Amore. Cosa cerchiamo di preciso quando cerchiamo l’Amore, cosa ci aspettiamo, che cosa fa sì che lo riconosciamo, o – più spesso – che riconosciamo che non è quello che cercavamo, non è l’Amore?

Elenco un po’ di punti che mi vengono in mente, non sono necessariamente mutualmente esclusivi, nè completi:

  • Felicità. Ci aspettiamo, con l’Amore, di essere felici forever and ever.
  • Completamento. Ci aspettiamo di trovare nell’altro quello che ci manca – e che vorremmo (ad esempio il razzismo direi che mi manca ma non per questo mi aspetto di trovarlo nell’Amore 🙂 ).
  • Sicurezza. Un appoggio sicuro, qualcosa che sappiamo non verrà meno. Una garanzia, una certezza.
  • Passione
  • Reciprocità

Lascio fare a voi il gioco delle combinazioni fra i tre elementi individuati sopra e questi, direi che cmq grossomodo i torni contano…

E con questo, le grandi domande quali erano? ah già. 1- Esiste l’Amore? 2- Si può trovare? 3- perchè teniamo così tanto all’idea che esista?

1- già detto e rimango di quell’idea: esiste come esiste Pegaso. Piuttosto, è interessante la 2

2- dipende quanto siamo flessibili nell’individuare i punti cercati. Cosa ci aspettiamo per poter dire di essere felici? E’ possibile sentirsi completi? dipenderà molto da quanto sentiamo di dover essere completati, quanto e cosa riteniamo che ci manchi, e quanto siamo disposti ad accontentarci. Le altre tre sono un pochino più semplici, trovarle è più che altro questione di fortuna. Ma anche, sì, di esigenze, e qui non starò a ripetermi.

3- Cultura, certo. Il retaggio romantico. Ma anche una risposta semplice, un po’ come per le religioni: cosa mi serve per essere felice? l’amore. Perchè non sono felice? perchè non hai trovato l’amore. Perciò zitto, cammina, occupati il tempo cercando e non rompere.

Sembra anche un modo di dare un senso alla vita, un modo minimo e individualista, che si esaurisce nella sfera personale, permettendo di individuare le cause dell’eventuale fallimento solo in se stessi, senza andare a scocciare il mondo intero.

Non ultimo, ti fa cercare la soluzione fuori, dispensandoti in qualche modo dal lavorare su te stesso, ad esempio per completarti da solo.

Con questo non voglio dire che sia un inganno sociale. Non voglio dire che non ci sia chi sarà perfettamente felice quando avrà trovato qualcosa che riconosce com l’Amore. Non voglio nemmeno dire che nessuno lo potrà riconoscere. Però si tratta di riconsocere qualcosa che ci aspettiamo, e quindi tutto dipende da quanto siamo esigenti in quello che ci aspettiamo.

E allora?

Beh, niente. Un pensiero.

Che ne pensate?

fumodomanda

4 Comments

  1. Bella pagina, diciamo che tradisce l’intento di formalizzare e concettualizzare l’ineffabile e l’indescrivibile: con un piccolo salto logico, perché se dici che l’amore è come “Pegaso”, alludi a qualcosa che non esiste nel mondo reale ma ti è ben presente in quello della fantasia o delle convenzioni intellettuali, tanto più che la seconda parte del tuo discorso è l’elencazione di convenzioni intellettuali (pure condivisibili); mentre io direi che l’amore è un’incognita, un “X” di cui ignoriamo tutti gli attributi, al punto tale che se lo incontrassimo potremmo anche non riconoscerlo, scambiandolo per qualcosa d’altro e magari scansandolo o abiurandolo, o al contrario potremmo dire che è amore ciò che non lo è. C’è, empiricamente, chi lo trova, o lo ha trovato, e questo si spiega – non troppo dissimilmente dalla tua conclusione al punto 2 – perché in questi casi gli attributi di una persona coincidono con alcuni degli attributi possibili dell’amore, come parzialmente concettualizzato nella testa del soggetto che riconosce. La mia conclusione è che l’amore ai nostri tempi, liberi da vincoli sociali, sia in gran parte il frutto della conoscenza parziale dell’amato, e dell’indeterminazione del concetto stesso. Un qualcosa di casuale, di transeunte ed incompleto, molto figlio del teorema di Eisenberg ;)) Ciao e complimenti per il blog.

  2. … Heisenberg

  3. vuoi dire che l’amore esiste addirittura meno di pegaso, che esiste come idea ma idea confusa?
    beh, se lo considerassimo seriamente come un’incognita non ne sapremmo davvero nulla, credo piuttosto che il suo essere qualcosa di non ben definito rientri nella serie di definizioni condivise che abbiamo del concetto…

    grazie del commento interessante, torna a trovarmi!

  4. …più che come idea confusa o indefinibile in senso generico, come un “qualcosa” di propriamente indeterminabile rispetto a “qualcuno” ed indefinibile in un tempo medio ampio, come la vita o parti della vita: quasi che nel momento in cui “ami” una persona, tu finisca per trasformare te stesso e trasformare lei, determinando un mutamento continuo delle percezioni degli individui, dei rapporti, del mondo stesso. Cose complicate e abbastanza tristi che comunque non ci impediscono di provare batticuori assortiti di fronte a qualcun_ che più o meno vagamente ci piace?
    Il che mi fa pensare all'”amore” come meccanismo innato negli individui che li spinge verso possibili forme di accoppiamento allo scopo di favorire l’evoluzione della razza umana, anche a scapito della “felicità” individuale…ma qui si entra nel campo del darwinismo e visto che la filosofa sei tu ti lascio proseguire nei tuoi pensieri ;))


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  1. […] qualche tempo fa analizzavo i diversi aspetti – e aspettative – che rientrano in ciò che intendiamo per […]

  2. […] perché in certe cose sono abitudinaria. Di nuovo un articolo a caso: questa è la volta di Amore, un’analisi concettuale, articolo che ho già letto e molto apprezzato, malgrado un certo eccesso di schematicità. Lo […]

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